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venerdì 4 giugno 2010

La Apple sorpassa la Microsoft

Dopo 20 anni di rivalità cambio al vertice di Wall Street : il touch screen batte la tastiera.


NEW YORK
Stavolta a decretare la fine di un’era a Silicon Valley è stata Wall Street. Da mercoledì Apple è la più grande azienda hi-tech del mondo, anche più di Microsoft, che si è vista superare in termini di capitalizzazione di mercato grazie alla più forte resistenza del titolo della Mela ai tumulti economico-finanziari di questi anni.

Tanto che il sorpasso è avvenuto in retromarcia: è stato sufficiente per Apple contenere le perdite all’1,1% e fermare il flottante a 222,1 miliardi di dollari. Mentre il gruppo fondato da Bill Gates, complice una serie negativa di sette sedute (la più lunga dal 2007), ha archiviato le contrattazioni lasciando sul terreno il 4% a 219,2 miliardi di dollari. Per gli amanti delle statistiche il cambio ai vertici è avvenuto alle 14 e 30 ora di Wall Street (le 20.30 in Italia), quando il ticker AAPL ha scavalcato quello MSFT, diventando secondo solo ad Exxon, il colosso petrolifero considerato il gruppo più grande al mondo con 282 miliardi di capitalizzazione. E’ chiaro tuttavia che non sono stati i trader a spingere il sorpasso. Solo 10 anni fa la società di Cupertino era data per morta, oggi invece è il simbolo dello strapotere dei consumatori. «La crescita in termini di valore sottintende un cambiamento culturale - spiega il New York Times -. Le richieste dei consumatori hanno surclassato i bisogni delle imprese quale forza plasmante degli orientamenti tecnologici». Quanto accaduto a Wall Street non è semplicemente riflesso di un mutamento negli equilibri dicotomici tra Mac-Pc, o del duello delle icone di Silicon Valley, ovvero Steve Jobs e Bill Gates. La realtà è un’altra: Microsoft con Windows e Office ha dominato il rapporto uomo-computer per oltre due decenni nel mondo, tanto da divenire più volte oggetto di indagine dell’anti-trust. Ma oggi i clic lasciano il posto allo scorrere del dito sul «touch-screen». Oggi il miglior amico tecnologico dell’uomo non si trova più sulla scrivania, ma nel palmo di una mano. Ed Apple è nel posto giusto al momento giusto, grazie alle tre «i», «iPod», «iPhone» e «iPad».

Nonostante il successo dei computer, il colosso della Mela incassa i due terzi dei ricavi da telefoni e lettori digitali. Nel 2009 sono stati venduti 172 milioni smartphone e 306 milioni di pc, ma nel primo caso la vendita è cinque volte superiore al secondo. Microsoft ha venduto 15,9 milioni di smartphone, il 9% in più rispetto all’anno precedente, Apple ne ha venduti 24,9, il doppio del 2008. Redmond continua ad essere un colosso dai margini di profitto buoni e dai ricavi più elevati, nove computer su 10 hanno come sistema Windows e ogni giorno 500 milioni di persone usano Office. Ma Apple ha profitti più alti e margini di crescita più ampi.

Negli Anni 70 Microsoft si impone sul mercato, mentre Apple occupa le nicchie. Nell’85 Jobs viene allontanato e per molti Cupertino è destinata a chiudere. Così non è. La società naviga a vista sino al ‘96, quando il ritorno di Jobs e un investimento di 150 milioni di dollari consentono la risalita. «Gates è stato definito un grande uomo d’affari, ma voleva essere visto come profeta dell’hi-tech; Jobs è considerato un profeta, ma voleva essere visto come un businessman - dice Alan Deutschman, autore di “The Second Coming of Steve Jobs” -. Con il sorpasso di mercoledì Jobs ha dimostrato di essere entrambi». Ora però il re di Cupertino non può adagiarsi. C’è l’insidia Google con Android e Hp ha investito 1,2 miliardi nell’acquisto di Palm, candidandosi a diventare il quarto polo degli smartphone. Le partita si combatterà a colpi di touch-screen.

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